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Archivio ottocentesco
dell'Academia di Francia a Roma
Villa Medici

 

L'Accademia di Francia a Roma è stata fondata nel 1666 da Ludovico XIV, re di Francia, per offrire a giovani artisti francesi la possibilità di formarsi a contatto con i grandi esempi dell'arte italiana, dall'antichità fino al Seicento. Dal 1803 occupa Villa Medici, sul Pincio. Nell'Ottocento i laureati dell'École des Beaux-Arts, che erano stati premiati al concorso annuale "Prix de Rome", organizzato dall'Institut de France, venivano in Italia per cinque anni. Ad architetti, pittori e scultori si aggiungono compositori, a partire dal 1803, ed incisori, a partire dal 1805. L'Accademia è guidata da un direttore, sia ex-pensionnaire, come Ingres, sia da una persona più indipendente, come Vernet, sotto la duplice tutela dell'Académie des Beaux-Arts e del Ministero francese della Pubblica Istruzione e/o delle Belle Arti.

La parte più antica del fondo d'archivio dell'Accademia è stata pubblicata quasi integralmente nella colanna Correspondance des directeurs de l'Académie de France à Rome (1666-1803); alcuni inventari e documenti contabili sono conservati oggi nel "Centre historique des Archives nationales" a Parigi (sotto-serie O1 per 1666-1792). Il fondo legato alla sistemazione a Villa Medici e quello posteriore è conservato e consultabile all'Accademia stessa, prevvio richiesta scritta (storiadellarte@villamedici.it). Questo database on line facilita la ricerca nel fondo dell'Ottocento, che va dal direttorato di Joseph Suvée (1795-1807) al secondo di Ernest Hébert (1885-1890).

Su iniziativa di Olivier Bonfait, responsabile del Dipartimento di storia dell'arte dell'Accademia di Francia a Roma, l'inventario elettronico è stato realizzato e messo in rete da Isabelle Chave, conservatrice di patrimonio e borsista della Fondation Carnot (Fondation de France), in stretta collaborazione con Isabelle Rouge-Ducos, conservatrice di patrimonio, e Martin Kiefer, storico dell'arte. Sylvain Mottet ha seguito il progetto informatico fin dal inizio e ha concepito il sito internet di consultazione.